di Gianfranco Catullo
I principali sistemi flash TTL odierni sono in grado di comunicare tra loro attraverso trasmettitori/ricevitori incorporati ad infrarossi. Questa funzionalità permette di allestire a costo zero un sistema di flash multipli in grado di gestire schemi di illuminazione complessi e del tutto slegati dalla fotocamera. I flash comunicano tra loro mantenendo l’automatismo TTL e possono sincronizzarsi addirittura su tutti i tempi di scatto. Ma c’è anche qualche limite, come la portata utile che non va mai oltre i 20 metri
circa e la direzionalità del fascio a raggi infrarossi. Per ovviare a questi inconvenienti si rende necessario l’utilizzo di trigger a radiofrequenza, che non hanno limitazioni di trasmissione entro il proprio range di utilizzo e possono essere usati per svariate decine di metri in interni come in esterni o addirittura attraverso le pareti di stanze ed edifici.
Il panorama dei telecomandi a radiofrequenza per flash oggi
è quanto mai ampio. Il kit Micnova wireless flash trigger MQ-FT-C, oggetto
della prova, si pone come una valida ed economica alternativa ai rinomati
Pocket Wizard, Phottix et similia. Il kit è composto da: un trasmettitore con
slitta flash in acciaio, un ricevitore dotato di attacco a vite con slitta in
plastica oltre che da una nutrita serie di cavetti per l’utilizzo con le
principali reflex in circolazione e i flash da studio. Le caratteristiche tecniche
parlano di una portata utile di 200 metri (che verificherò sul campo), di ben
16 canali di frequenza regolabili tramite quattro micro-switch e di un sincro
flash massimo di 1/250 di secondo. Una funzione sicuramente interessante è
quella di poter trasformare il trasmettitore in scatto a distanza, utilizzando cioè
il ricevitore connesso alla reflex tramite il cavetto fornito in dotazione e il
trasmettitore come pulsante di scatto remoto. Il livello costruttivo è abbasatanza
buono e le dimensioni sorprendentemente contenute. L’alimentazione è assicurata
da due pile ministilo per i ricevitori (come sempre ho usato pile ricaricabili al
ni-mh) e di una CR-2 al litio per il trasmettitore. Quest’ultimo non ha un
tasto di accensione vero e proprio ed entra in funzione non appena si preme
anche parzialmente il tasto di scatto della reflex. Il ricevitore ha invece un
tasto on/off che accende un led intermittente di colore rosso posto
superiormente che diventa di colore verde non appena viene premuto il tasto
della reflex, segno dell’avvenuta
comunicazione.
Notate bene che siamo in presenza di trigger manuali, quindi
qualunque automatismo TTL non potrà essere utilizzato e la potenza del flash
andrà regolata manualmente. Ad esempio, nel caso di un flash della serie
Speedlite di Canon si dovrà impostare la modalità manuale e regolare la potenza
tramite il pannello di controllo del flash. Una piccola accortezza è quella di
disabilitare lo spegnimento automatico dello Speedlite tramite le Custom
Functions perché il ricevitore non può riattivare il flash dalla modalità
stand-by.
Durante la prova ho usato un trasmettitore e due ricevitori
mantenendo le impostazioni standard dei canali di frequenza. Ho cercato di
mettere i trigger nelle peggiori condizioni di utilizzo come ad esempio in
prossimità di router wireles, cellulari, ripetitori di telefonia mobile e
apparecchiature audio per alta fedeltà: non ho mai notato anomalie o vuoti di
funzionamento. Ho quindi effettuato due test di trasmissione a lunga distanza
per verificarne la portata reale. Il primo test si è svolto in un parcheggio
sotterraneo dove, dopo aver calcolato 100 metri con un doppio decametro, ho posizionato su di un cavalletto un flash con
ricevitore. Mi sono quindi allontanato prima di 50 e poi di 100 metri facendo
scattare più volte il flash. In queste condizioni, da qualunque angolo ed anche
con ostacoli interposti tra me e il flash come sottili pareti in muratura e
autovetture, i trigger hanno sempre funzionato. Il secondo test si è svolto invece
all’aperto in un tratto di strada lungo 200 metri, posizionando un flash all’interno
della mia auto e un altro in un appartamento al quarto piano, in prossimità di
una finestra. L’esito del test è stato a dir poco imbarazzante. I flash hanno
funzionato praticamente sempre.
I 200 metri sono subito sembrati un obiettivo
facilmente raggiungibile dal kit Micnova, tanto che mi sono dovuto allontanare
di ulteriori 30 metri, fino a quando un muro non mi ha obbligato a fermarmi. Il
flash posizionato nella mia auto ha sempre funzionato, invece quello al quarto
piano, comandato da una distanza di poco superiore ai 230 metri ha iniziato
talvolta a non scattare. Riassumendo
posso affermare che la portata effettiva dei Micnova in campo libero è pertanto
di ben 230 metri. L'unica nota negativa che ho riscontrato riguarda la sporadica mancata sincronizzazione con tempi più rapidi di 1/160 di secondo.
Ma in quale genere di fotografia possiamo usare questo kit?
Prima di tutto nello still-life, in abbinamento a flash da studio ma anche ai
classici flash Canon Speedlite. Il beneficio sarà duplice e subito evidente:
niente fastidiosi cavi in giro per la sala di posa e possibilità di
posizionamento delle torce praticamente infinita. Li consiglio inoltre per la
fotografia di matrimonio e di ritratto, in particolare posizionando il soggetto
a distanza e illuminandolo in maniera del tutto indipendente rispetto allo
sfondo per ottenere un effetto suggestivo (ad esempio sottoesponendo il cielo e
i palazzi ed esponendo correttamente il soggetto). Ma i campi di utilizzo sono
davvero infiniti.
Caratteristiche tecniche di tutto rispetto, facilità di
utilizzo, costanza di risultati e prezzo abbordabile fanno dei Micnova MQ-FT-C
un vero “best buy”. Ringrazio Maurizio Longo di Camera Service Roma che mi ha
fornito gli esemplari per la prova.
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